A 40 anni dalla semifinale di Barazzutti ritroviamo un altro azzurro nei primi quattro a Parigi e tutti contenti! Ma è normale aspettare 40 anni?
Mi domando quanti Cecchinato ci siano attualmente in giro in Italia che siano inconsapevoli dei loro limiti e della efficacia dei propri colpi! Chi è addettto alla crescita di un atleta dovrà chiedersi perchè Cecchinato fino ad aprile 2018 (successo all'atp 250 di Budapest) fosse una “semipippa da challenger” (detto simpaticamente) ed adesso è considerato un campione vincente sotto i riflettori del mondo tennistico.
Tralascio i pseudo fatti extra
tennistici in cui si è imbattuto l'atleta nel 2015 (
https://www.ubitennis.com/blog/2016/07/19/marco-cecchinato-scommesse-prize-money-squalifica/
) che sono comunque conseguenza anche della frustrazione e difficoltà ad
emergere e racconto che due mesi fa a Budapest da n. 72 perde
all'ultimo turno di qualificazione 6-4 6-2 con J. Zopp n 136, poi
viene ripescato da LL nel tabellone principale e vince meritatamente il
torneo mentre a Parigi gioca alla pari con gente che da anni domina il
tennis mondiale.
È innegabile che tra l'essere “uno dei tanti lavoratori del tennis” ed essere ”un semifinalista autorevole” con scalpi illustri al seguito ce ne corre! Il salto è troppo alto per definirlo solo semplice salto di qualità e non porsi delle domande:
Thiem n 4 a 23 anni, Zverev n 3 a 19 anni, Cecchinato in giro per il mondo da quasi 10 anni perchè esplode solo adesso a 25 anni con sorpresa di tutti quando ormai c'era rassegnazione sul suo livello?
Quale addetto ai lavori pensava prima di ieri che Cecchinato potesse fare cio che ha fatto? La risposta è semplice “nessuno”, quindi mettendo da parte l'entusiasmo chiediamoci seriamente cosa non vada nella crescita sportiva degli atleti!
Quali step mancano e perchè da decenni non si corre ai ripari?
A mio modesto parere cio che ha fatto Cecchinato è un triplo salto di qualità paragonabile a quello di Guga Kuerten che vinse Parigi a 23 anni da n.66 nel 1997.
Vedere
un giocatore cosi completo che gioca anche la palla corta nascosta come
forse solo Federer sa fare è un piacere per i nostri occhi e pensare che
potesse perdersi nel circuito challenger sarebbe stato un sacrilegio
dato che il salto di qualità non è affatto scontato per chi è bravo
(come Cecchinato) ma va costruirlo e accompagnato attentamente da chi di
dovere.
saluti